Terramara - 2010/2012
Terramara è la definizione che gli archeologi danno a quello strato di terra che ha conservato tutti i liquami organici sedimentati dalla vita degli uomini primitivi.
Il nome Terramara deriva da terra marna (dal dialetto emiliano "terra grassa") con riferimento alla terra, generalmente di colore scuro, per l'accumulo di detriti organici.
“I sette peccati capitali”… sono legati alla cultura di un popolo, alla concezione religiosa che ha modellato credenze e pregiudizi… e comunque sia sono legati alla vita terrena, ai suoi “piaceri” alle sua “insaziabilità”…
Da questo concetto nasce la realizzazione di una struttura in ferro, che rimanda ad un insetto, legato alla terra con le sue zampe filiformi (simbolo di fragilità), e con un corpo-bozzolo che di volta in volta, di peccato in peccato si riempie, all’interno o all’esterno, di elementi simbolici che rimandano al peccato della mostra in corso. Il colore dei bozzoli é variabile, rosa carne per la gola o la lussuria, nero per l’avarizia e l’invidia (che sarà trafitto da aghi) …
La serie degli otto lavori è ispirata a Bosch e alle sue anime dannate che nei due trittici “Il Giardino delle delizie” e “Il carro di fieno” trasforma gli angeli ribelli in insetti e vede il Cristo in veste di giudice occupato a punire peccatori.
“Terramara” - 2010
ferro, stoffa, piatti e posate, luce interna
cm. 200x180x150
Immagine di uno stomaco pieno e ingordo. Il corpo-bozzolo di questa forma di grande insetto è rosa come gli organi interni che contengono cibo durante la digestione, organi di chi ingurgita senza freno non solo cibo. Mangia senza sosta anche sentimenti propri e delle persone che lo circondano. Non gusta nulla perché troppo impegnato a sentire solo la sua pienezza fisica.
“Vedovanera” - 2011
ferro, stoffa, aghi e spilli
cm. 200x180x150
Immagine di una bocca che ingoia spilli e aghi, li ingurgita e li espelle. E’ la sofferenza per i successi altrui. Il corpo-bozzolo di questa forma di grande insetto è nero come l’anima che non trova pace ed equilibrio, che non vede possibilità, troppo impegnata a sentire punture di spilli che trafiggono, dall’interno, anima e corpo. Questa visione si contrappone alla morale cattolica che, invece, manda dal cielo la sua punizione.
“Crogiuolo” - 2011
ferro, stoffa,silicone, foglie, rami e assenzio
cm. 200x180x150
Stasi che si contrappone all’azione, nella natura come nella vita degli uomini. E’ l’”autunno” di ogni aspetto della vita che porta a fermarsi per rigenerarsi, da qui il titolo. Il crogiuolo è quell’oggetto cavo che viene indicato dagli I CHING come il contenitore dove gli ingredienti si rimescolano e fermentano. Le foglie e i rami secchi dentro l’incavo che si apre nel corpo-bozzolo di questa forma d’insetto rimasto bloccato dalla sua stessa tela.
“Io sono!” 2011
ferro, stoffa, piume di struzzo, 12 mattonelle in acciaio inox
cm. 200x180x150
Quest’opera nasce da un’idea di assenza di pensieri positivi, di empatia, del crescere nel confronto con gli altri. Ha uno sguardo rivolto solo a se, un compiacersi e gonfiarsi di piume colorate, rivedersi in una superficie specchiante, che non riproduce altro che il se… la morte non esiste, è lontana dalla bellezza imbalsamata che non ammette putrefazione…
“Orocolato” 2012
ferro, stoffa, stoppa
cm. 200x180x150
…dal cielo cola oro… ma quanti se ne rendono conto? Quanti trasformano quest’orocolato in positivo dare, elaborare, convogliare in energie positive? Forse siamo un po’ tutti avari…
Non solo oro zecchino prendiamo, ma sentimenti, sensazioni, emozioni, senza restituire nulla… inglobando tutto nel bozzolo d’oro, coperto di toppe, avvolto in ragnatele costruite da tutto quel tempo non vissuto, dalle emozioni non elaborate, da sentimenti non ricambiati…