Frasi e silenzi dei miti - 1998
Pietro Lista
Infinite sono le forme del mito, le frasi, le parole che da esso derivano. In realtà infiniti sono i miti: dalla classicità alla modernità essi si interscambiano, si fondono, si includono ed escludono; spesso divaricano diventando altro, richiedendo così nuovi scoprimenti, nuove invenzioni nell'ermeneurica.
I miti del presente d'altra parte, sono i più ramificati, i più diffusi; pervadono essi il nostro essere-ci, facendosi silenziosi enigmi di parole quando la crisi è più profonda e difficile, più incomprensibile. Quando la crisi è tale, il suo risvolto non è nell'urlo vuoto del dolore, del pensiero sospeso; bensì, è nell'urlo spostato, differito, fatto di infiniti punti di attesa, di sospensione sull'intero destino delle cose.
Questo è quanto, in breve, si può avvertire nelle opere di Anna Crescenzi, a partire dai loro titoli, da quello conduttore, che è nel nome di "Giocasta".
Titoli nominali, di memoria rarefatta, perduta nella lunga dis-identità delle forme che la rappresentano; che valgono quindi per quello che non mostrano che è dietro le cose, nella leggerezza delle opere: di un volto femminile ottenuto per torsioni di terracotta; di sottili, lunghi fiori che nascono da esso, dalla sua mente svuotata, ondulandosi in un'allusione alla medusa incantatrice, verso un infinito tendenziale, come è quello della storia che lo ha pensato, del pensiero che lo ha modellato.